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Yorgos Lanthimos è tornato con una fiaba senza pudicizia (o meglio, un incubo)

Pubblicato: 08/06/2024 10:29

Kinds of kindness, l’ultimo film di Yorgos Lanthimos uscito nelle sale italiane il 6 giugno, torna a disturbare i vecchi e nuovi cultori dell’artista. Se i più grandi appassionati dei film dell’autore greco pensavano di averlo perso sotto alle luci abbaglianti di Hollywood con “La Favorita” e “Povere creature!”, ad oggi possono tirare un sospiro di sollievo.

Una specie di gentilezza, infatti, è il filo conduttore di tre storie assurde, imbarazzanti e morbose che riportano insieme Lanthimos e Filippou. Il film sembra proseguire il vecchio filone iniziato con “Dogtooth”, “Alps’ e il raffinatissimo “Il sacrificio del cervo sacro”. Il tema del potere assoluto, della supplica che non riceve pietà, della morte e della psicosi, si muovono su pellicola sotto l’impietoso e cinico occhio del regista da Oscar.

Ma qual è la storia dietro questa specie di gentilezza? Seppur l’iniziale idea fosse quella di creare un solo filone, durante la lavorazione gli autori hanno deciso di girare tre capitoli diversi, con tanto di titoli di coda, uniti da un labilissimo filo conduttore che sfuggirà agli spettatori meno attenti.

Il primo incubo, dal titolo “La morte di R.M.F”, racconta la storia di Robert (Jes Plemons), un uomo completamente asservito al delirante potere del suo boss, Raymond (Willem Dafoe) sposato con Vivian (Margaret Qualley) con la quale crea una sorta di morbosa triangolazione con sfumature psicosessuali. Raymond è cinico, spietato e con deliranti manie di controllo. Ha dato a Robert una lussuosa casa, una moglie ed un lavoro ma ci ricorda che nessun pranzo è gratis e così come generosamente dà, così altrettanto celermente toglie. Basterà un solo rifiuto di Robert per far crollare il castello di carta creato in dieci anni di regole maniacali, pensate ad Hoc per svilire e sottomettere un uomo che si sente niente senza il suo padrone.

Il secondo capitolo, “R.M.F. vola”, segue una storia che appare come un sogno febbrile, dove non si riesce a capire quale sia la realtà e quale la fantasia dei personaggi. Emma Stone è Liz, una donna che torna a casa dal marito Daniel (Jes Plemons) dopo essere miracolosamente sopravvissuta ad un naufragio. Ma qualcosa non torna, Liz non riesce più a calzare le sue scarpe, le piace il cioccolato che prima detestava e sembra trovarsi fuori luogo con i suoi vecchi amici intimi. Tutto questo non sfugge a Daniel che diviene sempre più turbato da quella che crede essere una impostora, così alienato da lasciarsi sfuggire l’ovvio: La donna è incinta, presumibilmente non di lui e tutte le sue stranezze derivano dalla gravidanza. Daniel la vuole fuori di casa ma Liz sembra amarlo in modo incondizionato e disposta a cedere, in modo impassibile, alle prove d’amore sanguinarie e spietate che le richiede il marito.

 “R.M.F. mangia un sandwich” è l’ultima sezione della trilogia, Stone e Plemons sono Emily ed Andrew, due membri di una setta capeggiata da Omi (Willem Dafoe) e Aka (Hong Chau), alla spasmodica ricerca di una nuova guida spirituale, una donna capace di resuscitare i morti. Le ricerche devono seguire il dettaglio della profezia, la figura tramite il tocco deve ridonare la vita ad un defunto che si rivelerà essere R.M.F. I membri della setta devono essere puri, i rapporti sessuali possono consumarsi solo con i loro capi, il pesce non si può mangiare, l’unica acqua bevibile è quella dove sono cadute le lacrime di Omi e Aka. Emily abbandona figlia e marito per seguire gli eccentrici dettami della setta, ma non tutto andrà come previsto, e in quello che resta forse il capitolo più crudele, si ritrova l’assurdo umorismo di Lanthimos.

I critici non hanno apprezzato questo ultima uscita del regista greco, accusato di aver prodotto un film vacuo, senza spessore e mal riuscito. Punti di vista, si intende, ma Kinds of Kindess resta un’espressione di ritrovata libertà dell’autore, che non accetta di venire ingabbiato da Hollywood e alle luci della ribalta preferisce il suo vecchio, fedele pubblico, capace di amarlo per quello che è: un visionario, un sognatore, un narratore senza pudicizia.

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Ultimo Aggiornamento: 08/06/2024 10:41