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Cristina Frazzica, indagato l’avvocato Guido Furgiuele: “Non abbiamo sentito l’urto”

Pubblicato: 12/06/2024 07:19

Si chiama Guido Furgiuele e fa l’avvocato l’uomo indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso in relazione alla morte di Cristina Frazzica. La donna, travolta sul kayak a Posillipo da un cabinato Vega da 18 metri, si trovava con un amico avvocato, scampato miracolosamente alla morte. Le immagini dei sistemi di videosorveglianza della residenza presidenziale Villa Rosebery non erano abbastanza chiare per consentire una individuazione certa. Avevano però fornito la dinamica dell’accaduto e su questo hanno lavorato gli investigatori della polizia giudiziaria e della Procura. Fino ad arrivare all’identificazione dello scafo, che era proprio quello di Furgiuele, ovvero il primo a prestare soccorso dopo l’incidente.
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La dinamica

L’avvocato ha spiegato alla polizia giudiziaria che nessuno degli occupanti della barca si è accorto di nulla. Il natante viaggiava a una velocità «non particolarmente sostenuta». Il Mattino scrive che Furgiuele è «un professionista napoletano di provata esperienza, da sempre esempio di correttezza e dirittura morale». In Procura si è presentato assistito dal padre, il professore avvocato Alfonso Furgiuele. Ha detto di aver visto un uomo in mare e di essersi fermato a prestare soccorso. Ora si attendono gli esiti degli esami sull’imbarcazione. Solo in un secondo momento Furgiuele avrebbe capito di essere il responsabile dell’incidente, secondo la sua versione. L’inchiesta è condotta dal pubblico ministero Toscano sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone. Stando a quanto è emerso nelle prime fasi dell’indagine, l’impatto tra il natante e il kayak sarebbe avvenuto a una distanza di 200-300 metri dalla costa. Ovvero in un punto a rischio per chi usa questo tipo di imbarcazioni.

“Non abbiamo avvertito alcun impatto”

«Io e i miei sei ospiti non abbiamo avvertito alcun impatto. Uno dei miei ospiti ha visto a poppa un ragazzo sbracciarsi e siamo tornati indietro per soccorrerlo. Lui ha detto che la ragazza era stata investita da una barca velocissima ed eravamo convinti che non fosse la mia. Più di soccorrerlo e dare l’allarme non potevamo fare».

A parlare con l’Ansa è proprio l’avvocato Guido Furgiuele. La stessa versione l’avvocato l’ha fornita agli inquirenti in Procura, dove si è presentato ieri ancora sotto choc accompagnato dal padre, anche lui avvocato e suo difensore. L’ipotesi è che, dopo aver causato l’incidente mortale, si sia allontanato – da chiarire se consapevole o meno di quanto accaduto – e solo in seguito sia tornato indietro. Si stringe il cerchio delle indagini, dunque, sull’incidente di domenica pomeriggio, quando una imbarcazione ha travolto il kayak su cui due giovani stavano facendo una escursione nelle acque di Posillipo causando la morte della 31enne Cristina Frazzica. L’sos è stato lanciato circa una mezz’ora dopo la disgrazia dal natante che ha recuperato il giovane professionista sopravvissuto al grave sinistro marittimo.

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Ultimo Aggiornamento: 13/06/2024 09:08