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Ferragni, Fabio Maria Damato lascia il gruppo. Il manager rompe il silenzio: “Resto amareggiato”

Pubblicato: 13/06/2024 12:39

Fabio Maria Damato, una figura chiave nel gruppo Ferragni, ha annunciato la sua uscita dalla gestione delle società. Dal 16 giugno 2024, Damato non sarà più direttore generale e consigliere di Fenice e TBS Crew, lasciando spazio a nuove opportunità professionali. Questo cambiamento segna un passo importante nel processo di rinnovamento aziendale.
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Prima dello scandalo “Balocco-gate”, che ha sollevato dubbi sulla gestione del gruppo in rapida crescita, Damato aveva consolidato la sua posizione centrale nella gestione delle società legate a Chiara Ferragni. La sua influenza si estendeva a tutti i principali settori operativi, detenendo poteri significativi nelle principali entità del gruppo, Fenice e TBC Crew.

Un chiaro segnale di cambiamento è stata la nomina di Marina Di Guardo, madre di Chiara Ferragni, a direttore generale di fatto della Sisterhood. Marina Di Guardo, scrittrice e figura nota sui social, ha preso le redini della gestione aziendale, assumendo gli stessi poteri che erano stati di Damato. Questo riassetto arriva sei mesi dopo lo scandalo dei pandori Balocco Pink Christmas, un’iniziativa che ha visto Damato e la stessa Ferragni indagati per concorso in truffa aggravata.

La replica di Damato: “Opportuno rettificare”

In alcune stories su Instagram Damato si è esposto per la prima volta dal Pandoro Gate, con un lunghissimo messaggio scritto. “

Domani sarà il mio ultimo giorno da General manager di TBS Crew e Chiara Ferragni Brand e per questo voglio ringraziare tutti i professionisti che con la loro esperienza e umanità hanno voluto affiancarmi in questa avventura. Oltre, ovviamente, a Chiara Ferragni che più di sette anni fa mi ha chiamato per supportarla nell’evoluzione del suo progetto di business credendo nella mia visione. Ringrazio anche tutti i talent che ho seguito nella loro evoluzione, da Marina Di Guardo a Francesca e Valentina Ferragni, ma anche Pietro Terzigni, Manuele Mameli e Luca Vezil. Lo scorso febbraio, infatti, dopo attente e inevitabili riflessioni, ho deciso di dare dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con cui ho condiviso un percorso professionale incredibile, e per le quali negli anni ho dato tutto me stesso in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che mi contraddistinguono. A dimostrazione di questo ho accolto fino alla fine le necessità delle società che mi hanno chiesto di restare fino a giugno, nonostante le operazioni di comunicazione poste in essere dal 17 dicembre 2023 in avanti non hanno visto il mio coinvolgimento.

Non mi è permesso in questo momento entrare nel merito del caso Pandoro ma essendo diventate pubbliche alcune e-mail insistentemente a me attribuite, devo precisare come nessuna di queste e-mail fosse la mia. Resto però amareggiato per come questa vicenda abbia messo in ombra anni di duro e onesto lavoro fatto dalle società e dalle persone coinvolte. Un lavoro sempre in salita, costellato di tanti ostacoli e altrettanti successi, che chiunque si ritenga intellettualmente onesto non può attribuire solo al caso o alla fortuna. Mi ferisce la sofferenza inflitta ai dipendenti di tutte le società che si sono sentiti attaccati pubblicamente e hanno visto messe in pericolo le aziende per cui lavorano e i loro posti di lavoro. Esco stremato da una certa violenza che abbiamo tutti subito, specie Chiara Ferragni che ho sempre rispettato come persona e capo e per la quale l’onestà, la dedizione e l’affetto che ho dedicato nessuno potrà mai mettere in discussione.

In ultimo, una rettifica che vale tutto il papiro: “In questi mesi difficili non ho mai replicato a provocazioni o a informazioni errate circolate sul mio conto perché da dipendente credevo non fosse corretto farlo visto il rispetto per le persone, le gerarchie e per le aziende per cui ho lavorato. Ma oggi è opportuno rettificare come la mia uscita sia stata una scelta autonoma e volontaria e non, come diffuso dall’azienda, che “il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale”.

Il ruolo di Damato

Damato ha iniziato a collaborare con Chiara Ferragni nel 2017, contribuendo significativamente all’espansione dell’impero dell’influencer. Originario di Barletta e laureato in Economia aziendale alla Bocconi, Damato ha un passato da giornalista di moda, lavoro che ha lasciato per unirsi a Ferragni. Il loro sodalizio ha portato alla crescita del marchio “Chiara Ferragni”, con Fenice e TBC Crew che nel 2022 hanno registrato ricavi significativi e utili consistenti.

La nomina di Marina Di Guardo rappresenta un tentativo di dare una nuova direzione al gruppo, basata su una gestione familiare e di fiducia. Il coinvolgimento diretto della madre di Chiara Ferragni nella gestione aziendale indica un ritorno a una struttura più intima e personalizzata, con l’obiettivo di superare le recenti difficoltà e rilanciare l’immagine e le performance delle aziende coinvolte.

In sintesi, l’uscita di Fabio Maria Damato segna la fine di un’era e l’inizio di un nuovo capitolo per il gruppo Ferragni, con una gestione che punta a consolidare e innovare il brand sotto la guida di figure fidate come Marina Di Guardo.

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Ultimo Aggiornamento: 13/06/2024 17:02