Vai al contenuto

La stupra dopo un pranzo di lavoro. Il pm: “Complici tutti i colleghi”

Pubblicato: 14/06/2024 18:39

Un 40enne di Forlì è stato arrestato e posto ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata, detenzione di stupefacenti e favoreggiamento personale. La vittima è una 30enne collega di lavoro che sostiene l’accusa, sarebbe stata violentata dopo un pranzo di Natale. I poliziotti della questura di Forlì, durante la perquisizione a casa dell’indagato, hanno rinvenuto anche 100 grammi di droga, tra marijuana, cocaina, hashish. Non solo. Nell’abitazione gli agenti hanno trovato pure coltelli e un tirapugni. Per il 40enne è scattata anche l’accusa di detenzione di stupefacenti. L’uomo non è sconosciuto al cervellone delle forze dell’ordine: a suo carico già c’era un’altra denuncia per violenza sessuale e una condanna per spaccio di droga.

Le indagini sono iniziate intorno al periodo della vigilia di Natale quando la vittima della violenza, una 30enne, ha denunciato di aver subito uno stupro da parte un collega di lavoro al termine di un pranzo. La vittima ha fornito audio e messaggi ricevuti dall’autore subito dopo la violenza. A quel punto è stato subito attivato il Codice Rosso.
Leggi anche: Stupro di gruppo, condannati a 3 anni e 7 mesi i calciatori Lucarelli e Apolloni

La vicenda trova le sue origini poco prima di Natale 2023. Classico pranzo tra colleghi per scambiarsi gli auguri. Lo scenario è l’abitazione del datore di lavoro. Si ritrovano tutti lì per mangiare e fare un brindisi. Il convivio, come al solito in questi casi, va per le lunghe. Si beve anche qualche bicchiere di troppo. La vittima ammette che non se la sente di guidare per tornare a casa. Il collega 40enne si presta per un passaggio. L’uomo, invece, l’avrebbe portata a casa sua, fuori città, e, approfittando delle sue condizioni, l’avrebbe costretta a subire atti sessuali.

Il lavoro degli inquirenti in fase di indagine si è scontrato con un clima di ostilità e di depistaggio messo in atto dall’autore della violenza con la complicità di amici e colleghi di lavoro. L’indagato, infatti, dopo aver appreso della denuncia a suo carico, li ha contattati e ha concordato con loro le false dichiarazioni da fornire alla polizia. Gli agenti però registravano tutto, con microspie. E alla fine per l’uomo sono scattate le manette.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 14/06/2024 18:40