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Vallanzasca esce dal carcere per farsi curare: l’ex boss andrà in comunità

Pubblicato: 20/06/2024 14:13

Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto il reclamo presentato dalla difesa di Renato Vallanzasca, concedendo all’ex boss della malavita milanese il permesso di farsi curare in una comunità al di fuori del carcere. La decisione è stata presa in considerazione delle gravi condizioni di salute di Vallanzasca, che soffre di un significativo decadimento neurologico e cognitivo.

Renato Vallanzasca, noto per il suo passato di criminalità negli anni ’70 e ’80, è attualmente detenuto nel carcere di Bollate. Ora settantaquattrenne, Vallanzasca soffre da circa quattro anni di un deterioramento delle sue funzioni cognitive e neurologiche. Questa situazione è stata confermata da una relazione medica dell’equipe del carcere, che ha sottolineato come l’ambiente carcerario non sia adeguato a fornire le cure necessarie per la sua condizione.

La Decisione del Tribunale

La decisione dei giudici è arrivata all’indomani dell’udienza sul reclamo, durante la quale la difesa di Vallanzasca ha argomentato che le sue condizioni di salute sono incompatibili con il regime carcerario. I legali, Corrado Limentani e Paolo Muzzi, hanno sostenuto che un trasferimento in una struttura terapeutica esterna è essenziale per fornire il livello di assistenza necessaria e rallentare il progressivo decadimento cognitivo del loro assistito.

Nel loro provvedimento, i magistrati del Tribunale di Sorveglianza hanno accolto queste argomentazioni, affermando che Vallanzasca potrà frequentare una comunità terapeutica. La decisione riapre la strada a possibili concessioni future per altri permessi, dato che il tribunale non ha trovato motivi contrari alla sua frequentazione della comunità, nemmeno per questioni di sicurezza.

La data per il primo ingresso di Vallanzasca nella comunità di cura sarà stabilita in accordo tra le parti coinvolte. I legali hanno espresso soddisfazione per la decisione del tribunale, che riconosce l’importanza di fornire un trattamento adeguato al loro assistito in un ambiente più adatto rispetto al carcere.

La figura di Renato Vallanzasca rimane controversa, essendo stato uno dei criminali più noti della storia recente italiana. La sua vita è stata segnata da una serie di reati gravi, tra cui rapine e omicidi. La concessione del permesso per ricevere cure fuori dal carcere ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni che vedono questa decisione come un atto di umanità verso una persona anziana e malata, mentre altri ritengono che Vallanzasca debba scontare integralmente la sua pena.

L’importanza della Riabilitazione

Questa vicenda mette in luce anche un aspetto cruciale del sistema penitenziario: il diritto dei detenuti a ricevere cure mediche adeguate. La salute dei detenuti è una questione fondamentale, e i tribunali sono chiamati a bilanciare le esigenze della giustizia con il rispetto dei diritti umani. Nel caso di Vallanzasca, la sua condizione medica ha spinto i giudici a considerare che il trattamento appropriato per lui debba essere fornito in una comunità di cura, dove può ricevere l’attenzione necessaria per la sua grave malattia.

La decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano di concedere a Renato Vallanzasca il permesso di curarsi in una comunità esterna al carcere rappresenta un’importante evoluzione nel suo percorso di detenzione. Mentre le opinioni pubbliche su questa decisione possono variare, il caso solleva questioni significative sul trattamento dei detenuti anziani e malati, e su come il sistema giudiziario possa garantire un equilibrio tra punizione e umanità.

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