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“Microplastiche diffuse dagli impianti di riciclaggio della plastica”. Lo studio choc: cosa hanno scoperto gli scienziati

Pubblicato: 25/06/2024 09:25
microplastiche

Più avanza la crociata Green, più emergono vari contraltari. Come ad esempio quello delle microplastiche che vengono diffuse dagli stessi impianti di riciclaggio della plastica. Un bel paradosso, vero? È quanto ha scoperto un team di ricercatori guidato da Erina Brown dell’Università di Strathclyde, nel Regno Unito, che ha condotto uno studio pionieristico su un impianto di riciclaggio di plastica all’avanguardia. I risultati, pubblicati sul Journal of Hazardous Materials Advances, sono sorprendenti e preoccupanti. Viene quindi da chiedersi: stiamo davvero risolvendo il problema della plastica, o stiamo semplicemente creando una nuova forma di inquinamento? I ricercatori hanno esaminato un impianto che processa annualmente 22.680 tonnellate di rifiuti plastici misti, e hanno scoperto che lo stesso impianto rilascia nelle sue acque di scarico una quantità di microplastiche stimata tra 5,97 milioni e 112 milioni per metro cubo. Un’enormità. Come spiega Gianluca Riccio sul portale Futuro Prossimo, “questa concentrazione è di gran lunga superiore a quella trovata nelle acque reflue urbane o nei fiumi”. Si stima che tra le 59 e le 1.184 tonnellate di queste minuscole particelle vengano rilasciate annualmente dall’impianto.
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Il riciclaggio di plastica avviene con processi meccanici che frammentano la plastica in particelle sempre più piccole, le microplastiche appunto, cioè particelle di dimensioni comprese tra 1 micrometro e 5 millimetri. Queste particelle finiscono poi nelle acque di lavaggio utilizzate durante il processo di riciclaggio. Come spiega ancora Riccio, lo studio ha rivelato che la maggior parte di queste particelle ha dimensioni inferiori a 10 micrometri: “Questo le rende particolarmente insidiose per l’ambiente e potenzialmente per la salute umana“. Ad oggi le microplastiche rappresentano una delle minacce più serie per gli ecosistemi acquatici e terrestri e quindi anche per la salute umana. Da un recente studio è emerso che ogni giorno, attraverso l’acqua che beviamo e i cibi che mangiamo, ingeriamo un quantitativo di plastica pari a una carta di credito. Recenti studi hanno infatti rilevato la presenza di microplastiche ovunque. Negli organi e nel sangue umano, nella placenta, tra le nuvole. Ovunque.

Al termine di questo studio rivoluzionario, dunque, i ricercatori esortano l’urgenza di migliorare i sistemi di filtrazione negli impianti di riciclaggio plastica in tutto il mondo, nonché la necessità di integrare il monitoraggio delle microplastiche nelle normative sulla qualità delle acque. La dott.ssa Brown e il suo team evidenziano infine la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio l’entità del problema a livello globale. Suggeriscono di condurre studi simili su altri impianti di riciclaggio in diverse parti del mondo per avere un quadro più completo della situazione.

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Ultimo Aggiornamento: 25/06/2024 09:37