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Consiglio europeo approva nomine di Costa, von der Leyen e Kallas. Meloni all’opposizione

Pubblicato: 27/06/2024 23:38

BRUXELLES – Il Consiglio europeo ha ufficializzato le nomine, lasciando Giorgia Meloni e l’Italia del centrodestra in una posizione di isolamento. La premier italiana si è astenuta su Ursula von der Leyen e ha espresso voto contrario per il socialista Antonio Costa e la liberale Kaja Kallas. Di conseguenza, l’Italia si trova emarginata, fuori dai centri decisionali dell’UE.

Durante la riunione, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha dichiarato: “C’è un’ampia convergenza su questi tre nomi…”, aprendo così la discussione sulle nomine più alte dell’Unione. Ha confermato il pacchetto che includeva Von der Leyen, Costa e Kallas. Nonostante l’opposizione dell’Italia, dell’Ungheria e della Slovacchia, il patto tra Popolari, socialisti e Liberali è rimasto intatto. Non c’è stata alcuna apertura sostanziale a possibili alternative.

Il messaggio a Giorgia Meloni è stato chiaro: la maggioranza è solida e resistente, e la sua opposizione non è sufficiente per bloccare il processo. La discussione è iniziata dopo le 22, concentrandosi inizialmente sull’”Agenda Strategica“, il piano di legislatura basato su Economia, Difesa e Democrazia. Questo documento, preparato da Von der Leyen e modificato da Germania e Francia, mostra quanto l’influenza della premier italiana sia limitata. Un diplomatico del Consiglio ha commentato con cinismo: “Meloni è l’unico ostacolo che ci separa dal poter andare a dormire presto”.

Il destino delle nomine era già segnato. I Popolari hanno cercato di rendere più accettabile la situazione per l’Italia. Il negoziatore del Ppe, il premier polacco Donald Tusk, ha affermato che nessuna decisione sarebbe stata presa senza l’Italia, ma era chiaro che le candidature non sarebbero cambiate. Meloni ha reagito con freddezza, rimanendo in silenzio durante la prima parte della riunione. Quando Michel ha aperto il dibattito, Von der Leyen e Kallas hanno lasciato la sala per evitare conflitti di interesse. La speranza di un’approvazione automatica è stata spezzata da Meloni: “Non ci sto”.

L’ungherese Orbán si è allineato parzialmente con Meloni, votando contro von der Leyen e a favore di Costa, astenendosi su Kallas. Emmanuel Macron, presidente francese, ha difeso le scelte fatte, sottolineando l’urgenza di chiudere le nomine prima delle elezioni francesi imminenti. Macron ha sostenuto la conferma dell’attuale commissario Thierry Breton e ha chiesto una vicepresidenza esecutiva per lui, posizione che l’Italia vede sfumare. Anche il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha mantenuto una linea dura, escludendo qualsiasi collaborazione con Ecr e quindi con Meloni. Le dichiarazioni di Scholz hanno irritato Palazzo Chigi: “Non possiamo superare l’accordo con il Ppe e Renew, dobbiamo assicurare che questo accordo tenga. Non possiamo permettere che altri si infilino”. Ha anche affermato che è positivo che i partiti populisti di destra non siano parte dell’accordo. Scholz ha promesso di tentare di includere i Verdi nella maggioranza, pur ammettendo le difficoltà.

Macron e Scholz stanno negoziando per ottenere il sostegno degli ambientalisti per Ursula in Parlamento, con i loro 50 voti che garantirebbero la sicurezza della coalizione. Per la presidente della Commissione, la prova finale sarà a Strasburgo il 18 luglio, dove dovrà cercare ulteriori consensi. A Meloni è stato offerto un piccolo riconoscimento: “È molto importante per me lavorare con l’Italia e con tutti gli altri Stati al Consiglio, un principio che ho sempre seguito”.

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Ultimo Aggiornamento: 28/06/2024 06:53