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Francia al voto, il thriller che tiene col fiato sospeso l’Europa

Pubblicato: 30/06/2024 07:44

È cominciato tutto ieri, con gli elettori di Saint-Pierre-et-Miquelon, un piccolo arcipelago sperduto nell’Atlantico settentrionale. A loro si sono uniti, in un crescendo di tensione, i connazionali degli altri territori d’Oltremare, fino alla Polinesia. La Francia è ora in fermento, a tre settimane dallo scioglimento a sorpresa dell’Assemblée Nationale, pronta a votare per il primo turno delle legislative che devono rinnovare i 577 seggi di deputati.

Stasera, alle 20, il panorama politico potrebbe essere rivoluzionato: diviso tra tre blocchi principali. Da un lato, l’estrema destra di Marine Le Pen, dall’altro il Nuovo Fronte Popolare, e poi, quel che resta dell’attuale maggioranza presidenziale. Gli ultimi sondaggi Ifop e Odoxa non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: il Rassemblement National si attesta tra il 35-36,5% dei voti, l’alleanza delle sinistre tra il 27,5-29%, mentre il campo macronista sembra relegato a un misero 20,5-21%.

Se queste previsioni saranno confermate, la Francia potrebbe vedere una maggioranza assoluta per l’estrema destra e i suoi alleati, inclusi i sostenitori di Eric Ciotti. Il futuro del paese potrebbe essere nelle mani di Jordan Bardella, 28 anni, che potrebbe diventare il nuovo capo del primo governo di estrema destra in Francia tra appena otto giorni.

Con la chiusura delle urne oggi, si aprirà una campagna febbrile in vista del secondo turno di domenica prossima. Il dilemma degli accordi di desistenza o delle indicazioni di voto dei candidati meno forti sarà cruciale. Nei ballottaggi, il Rassemblement National potrà sfruttare le divisioni tra macronisti e sinistra. Con un’affluenza prevista tra il 65 e il 67%, non è esclusa la possibilità di decine di triangolari che potrebbero ulteriormente avvantaggiare l’estrema destra.

La pressione per formare un “fronte repubblicano” contro il Rassemblement National sarà enorme sul campo di Emmanuel Macron. Già stasera, molti candidati di Ensemble, la lista dell’attuale maggioranza, potrebbero essere eliminati, con la prospettiva che i deputati macronisti siano meno della metà di oggi. Il presidente dovrà decidere entro martedì se ritirare i candidati che saranno qualificati in terza posizione. Macron e il premier Gabriel Attal si riuniranno domani all’Eliseo per delineare la strategia per i prossimi giorni.

Il blocco centrale, che ha dominato negli ultimi sette anni, rischia di scomparire. La scommessa delle europee del 9 giugno potrebbe rivelarsi disastrosa se Macron dovrà governare in coabitazione con l’estrema destra.

«Ha ucciso la maggioranza presidenziale», ha detto amaramente Edouard Philippe, ex premier ora impegnato a costruire una “maggioranza alternativa”. Persino una figura macronista come il premier Attal, che ha combattuto strenuamente per guidare una campagna elettorale improvvisata e difficile, ha implorato i francesi di scegliere lui come futuro premier, promettendo un cambiamento radicale nella gestione del potere.

Bruno Le Maire, ministro dell’Economia, ha espresso il suo disprezzo per “i parassiti” che infestano «i palazzi della Repubblica», alludendo ai consiglieri dell’Eliseo che hanno spinto per la dissoluzione. Al presidente restano tre anni di potere all’Eliseo, ma paradossalmente, l’ultima speranza dei macronisti è l’assenza di una maggioranza chiara. In tal caso, Macron potrebbe mantenere una certa centralità come garante delle istituzioni e promotore di un governo di larghe intese. Ma al momento, nessuno sa come costruire questo delicato equilibrio.

L’orologio ticchetta, la Francia trattiene il fiato. Un nuovo capitolo della sua storia politica sta per essere scritto, e le conseguenze potrebbero essere sconvolgenti.

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Ultimo Aggiornamento: 30/06/2024 17:52