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Notte di fuoco per gli Azzurri, confronto duro con Spalletti: cosa si sono detti

Pubblicato: 30/06/2024 11:40

La notte scorsa, nell’angolo più remoto del ritiro di Iserlohn, è andata in scena una delle pagine più tese della recente storia della Nazionale italiana. Dopo l’ennesima sconfitta, gli azzurri sembravano sfilare verso il pullman con una freddezza che gelava il sangue. Indifferenza sui volti, quasi fossero vittime di un’ingiustizia cosmica piuttosto che protagonisti di una disfatta calcistica.

Tra i pochi a rompere il silenzio glaciale, Donnarumma, con Cristante e Darmian al suo fianco, ha cercato di dare voce al dolore di una squadra in frantumi. Ma al di là delle apparenze, dentro quegli animi si stavano già aprendo crepe profonde. La necessità di un confronto si è fatta spazio tra l’orgoglio ferito e la delusione cocente.

In una riunione serrata, giocatori e allenatore si sono finalmente detti tutto quello che era rimasto taciuto troppo a lungo. Da una parte, gli azzurri reclamavano più certezze, desiderosi di un copione tattico a loro più familiare, simile a quello delle loro squadre di club, abituate alla difesa a tre o cinque. Dall’altra, Spalletti esigeva maggiore convinzione, richiedendo una fiducia totale nei suoi schemi e nelle sue decisioni.

Le parole di Donnarumma risuonavano come un eco di una tensione palpabile: “Dobbiamo recuperare una tenuta difensiva”. Le frequenti variazioni di modulo imposte da Spalletti sembravano aver destabilizzato il gruppo, che si è trovato a gestire troppe indicazioni in troppo poco tempo.

“Qualcosa dovrà cambiare”, ha ammesso Spalletti con un velo di stanchezza prima di lasciare Berlino. Tuttavia, davanti alla squadra, ha ribadito con forza la sua leadership, sottolineando che le decisioni spettano a lui e solo a lui. Un tentativo, forse, di stabilire una linea di demarcazione netta dopo questa dolorosa battuta d’arresto.

La vera domanda ora è se questa notte di confronto sarà il punto di partenza per una nuova unità o se segnerà il preludio a scelte drastiche. La terza mancata qualificazione consecutiva al Mondiale non è un’opzione, e su questo sia Spalletti che gli azzurri dovranno trovare un terreno comune. Le prossime settimane saranno decisive per capire se questo clima plumbeo si dissolverà in una nuova alba o se si trasformerà in una tempesta definitiva per la Nazionale italiana.

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Ultimo Aggiornamento: 30/06/2024 11:45