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Chiara Petrolini, il racconto della vicina: “In quel giardino ci faceva le grigliate con le amiche”

Pubblicato: 04/10/2024 22:53

Chiara Petrolini, una studentessa 21enne di Traversetolo (Parma), è indagata per omicidio premeditato e soppressione di cadavere, un caso che ha scosso profondamente la comunità. La giovane, secondo l’accusa, avrebbe nascosto i corpi di due neonati, seppellendoli nel giardino della sua abitazione, lo stesso luogo in cui, apparentemente senza preoccupazioni, organizzava grigliate con gli amici e trascorreva il tempo sorridendo.

Le accuse riguardano due episodi di nascita seguiti da un gesto agghiacciante. In uno di questi casi, Chiara avrebbe avvolto il primo neonato in un lenzuolo e, approfittando dell’assenza dei genitori, lo avrebbe nascosto in una buca scavata in precedenza nel giardino di casa. Questo giardino, che fino a poco tempo fa sembrava un normale spazio per momenti di svago e socializzazione, è ora al centro di un’indagine per infanticidio e occultamento di cadavere.

Le parole dei vicini e le impressioni della comunità

La comunità di Traversetolo è stata sconvolta da questa scoperta. Una vicina di casa della famiglia Petrolini, intervistata da Alberto Matano durante il programma La Vita in Diretta, ha espresso la sua incredulità. “Chiara arrivava a casa con le amiche e facevano le grigliate in giardino“, ha raccontato la donna, aggiungendo di non aver mai notato nulla di strano nel comportamento della ragazza. “Era una ragazza che non avrei mai pensato potesse fare una cosa del genere. Abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con la sua famiglia. Non ci sono mai state liti o problemi, e io e mio marito siamo persino andati a fissare il telo ombreggiante nel giardino dove sono stati trovati i corpi.”

La vicina ha anche ammesso di non aver mai visto Chiara incinta, il che rende ancora più difficile per lei comprendere quanto è accaduto. Ha concluso con un pensiero su quello che potrebbe essere il futuro della ragazza: “Le auguro di avere la forza di affrontare la sua coscienza.”

L’analisi della criminologa Roberta Bruzzone

Il caso è stato oggetto di analisi anche da parte della criminologa Roberta Bruzzone, che ha offerto una prospettiva sulla possibile premeditazione del crimine. “Il fatto che la buca fosse molto profonda dimostra che Chiara non può averla scavata dopo il parto, ma prima, indicando una pianificazione”, ha dichiarato Bruzzone. La criminologa ha inoltre sottolineato che il primo neonato era stato sepolto in modo efficace, suggerendo un atto premeditato e consapevole.

Un altro dettaglio cruciale emerso dalle indagini è che, quando è stato imputato il secondo omicidio, Chiara non aveva mai fatto riferimento al primo bambino, che è stato trovato solo dopo ulteriori ricerche. Questo elemento ha rafforzato l’ipotesi che la studentessa non avrebbe mai confessato l’esistenza del primo neonato se non fosse stata scoperta. Bruzzone ha concluso che il livello di pianificazione e la gestione della situazione indicano una mente lucida, capace di organizzare e nascondere i crimini.

Un caso sconvolgente e domande senza risposte

La storia di Chiara Petrolini solleva molte domande, lasciando sgomenta non solo la comunità locale ma anche l’opinione pubblica nazionale. Come è possibile che una giovane donna, apparentemente integrata socialmente e vicina alla laurea, possa essere protagonista di un crimine così efferato? E soprattutto, quali erano le dinamiche personali e familiari che hanno portato a questi tragici eventi?

Gli investigatori stanno cercando di capire se Chiara abbia agito da sola o se ci siano stati complici, consapevoli o meno, nella vicenda. Il dolore e lo sconcerto dei genitori della ragazza, che sembrano essere stati all’oscuro di quanto accadeva, aggiungono ulteriore angoscia a una tragedia che sembra non avere spiegazioni chiare.

Con l’avanzare delle indagini, si attendono ulteriori sviluppi che potrebbero fare luce sulle motivazioni dietro questi crimini e su cosa abbia portato una ragazza di 21 anni a compiere gesti così estremi.

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