
Le elezioni in Emilia-Romagna e Umbria sembrano aver dato nuova linfa al Partito Democratico, con un aumento dei consensi che ha portato a un netto riavvicinamento con Fratelli d’Italia. Secondo la Supermedia dei sondaggi, il distacco tra il partito guidato da Giorgia Meloni e quello di Elly Schlein è sceso sotto i cinque punti. Potrebbe essere l’inizio di un cambiamento significativo negli equilibri nazionali.
Fratelli d’Italia, pur restando senza discussioni il primo partito, registra un calo di consensi. Rispetto a un mese fa, il partito guidato da Giorgia Meloni ha perso un punto, scendendo al livello più basso dai tempi delle elezioni europee di giugno. Al contrario, il Pd registra una crescita dell’1% nelle ultime sei settimane, e raggiunge il 23,6%, il dato più alto da fine luglio.
Le coalizioni: il centrodestra è avanti, ma se le opposizioni di uniscono…
Gli alleati delle due principali forze politiche, invece, sono piuttosto stabili. Forza Italia e Lega rimangono fra l’8% e il 9%, e allo stesso modo gli altri partiti di opposizione godono di un consenso che varia solo di poco fra le varie rilevazioni. Il risultato, per ora, è che il centrodestra è saldamente in testa sul centrosinistra. Ma ci sono alcune incognite da non sottovalutare.

Se tutte le forze di opposizione – dal Pd al Movimento 5 Stelle (M5S), fino ai partiti minori – si unissero, andando a formare il famoso “campo largo” tanto caro a Elly Schlein, il centrodestra verrebbe superato di circa un punto e mezzo. E questo è un campanello d’allarme che Meloni e i suoi non possono ignorare.
Le cause del calo del centrodestra
A livello internazionale, il governo Meloni può vantare successi come la nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza della Commissione Europea, e può vantare la stabilità dell’esecutivo in un momento in cui i principali governi europei, e segnatamente quelli di Francia e Germania, sono in gravissima crisi. Ma è sul fronte interno che diverse questioni sembrano aver influenzato negativamente gli elettori.
La bocciatura di parti rilevanti della legge sull’autonomia differenziata da parte della Corte costituzionale ha rappresentato una battuta d’arresto. L’iniziativa del governo sui centri per migranti in Albania ha suscitato scetticismo, mentre le dichiarazioni controverse di Elon Musk – in relazione a sentenze della magistratura – hanno incontrato più ostilità che approvazione. Ma non sono certo questi i temi che hanno causato per la prima volta un palpabile malumore nell’elettorato. Queste iniziative non piacciono al centrosinistra, ma non allontanano di sicuro gli elettori di FdI.

I problemi vengono più che altro dalla gestione dell’economia e, in parte, da alcune scelte in politica estera. La manovra di bilancio ha alimentato un clima di insoddisfazione. Meloni si è trovata di fronte a problemi che hanno frenato azione e consensi di qualsiasi governo negli ultimi due decenni: in sintesi, ci sono poche risorse per mantenere le promesse. Il costo della vita è in costante aumento e gli stipendi restano al palo, la vita diventa sempre più difficile per milioni di persone e famiglie, e questo si riflette sulle intenzioni di voto.
La spinta del centrosinistra
La vittoria del centrosinistra in Emilia-Romagna e Umbria ha avuto un effetto catalizzatore per l’opposizione, soprattutto per il Pd. I risultati elettorali sembrano aver scalfito l’immagine di invincibilità del centrodestra, riducendo l’attrattiva elettorale di FdI, specialmente fra gli elettori più indecisi o periferici.
Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, le tendenze emerse dai sondaggi suggeriscono un parziale riassestamento del quadro politico, con il centrosinistra che cercherà di consolidare i propri progressi – sapendo però che l’unico modo di dar fastidio a Meloni e ai suoi sarebbe di unire tutte le forze sotto un’unica bandiera – e il centrodestra chiamato a rispondere a una sfida che sinora non ha dovuto affrontare, ma che potrebbe diventare complicata in futuro.