
Elly Schlein e il Partito Democratico sembrano essersi specializzati in un’arte tutta italiana: essere europeisti solo quando conviene. Da un lato, si presentano come i difensori più accaniti dell’integrazione europea, sventolano bandiere blu con le stelle gialle, scendono in piazza contro i “sovranisti” e ammoniscono chiunque osi criticare Bruxelles. Dall’altro, quando l’Europa prende una decisione concreta – come il piano ReArm Europe, che mira a rendere il continente finalmente autonomo sul piano della difesa – il PD si tira indietro, come se il socialismo europeo fosse improvvisamente diventato troppo “bellicista”.
Questa posizione non è solo contraddittoria, è antistorica. In un’epoca in cui le minacce globali si moltiplicano e gli Stati Uniti segnalano chiaramente che non vorranno più garantire la sicurezza dell’Europa a spese proprie, l’idea di opporsi a una difesa comune europea è una fuga dalla realtà. I socialisti francesi, tedeschi e spagnoli lo hanno capito e sostengono il progetto, perché sanno che un’Europa senza strumenti militari è un’Europa irrilevante sullo scenario mondiale.
Ma il PD, fedele a una visione utopista e ingenua della politica, preferisce fare opposizione a priori, rifugiandosi nelle solite parole d’ordine sul “no al riarmo” e sul “no alla guerra”. Come se la pace si garantisse semplicemente chiudendo gli occhi davanti alle minacce e non costruendo una forza di deterrenza credibile. È lo stesso pacifismo di comodo che per anni ha predicato la neutralità mentre altri si prendevano la responsabilità di difendere l’Occidente.
Il paradosso è che proprio quelli che oggi rifiutano il riarmo europeo saranno i primi a lamentarsi domani se la difesa comune resterà nelle mani della NATO e degli americani. Il PD si allontana così dall’Europa vera, quella che sta cercando di diventare adulta e indipendente, mentre continua a riempire le piazze con slogan vuoti e manifestazioni che servono solo a illudere il proprio elettorato. Se il sogno europeo diventerà mai realtà, sarà nonostante la sinistra italiana, non certo grazie a essa.