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Italia prigioniera della nostalgia: decidiamo l’Europa con i parametri di oggi, non con quelli di ieri

Pubblicato: 20/03/2025 12:43

L’Italia è un paese che ama il passato, lo venera, lo disseziona, lo trasforma in un campo di battaglia infinito, ma fatica a vivere pienamente nel presente. Lo dimostrano le polemiche roventi sul Manifesto di Ventotene, un documento che tutti citano e pochi hanno letto davvero, diventato l’ennesimo pretesto per un dibattito sterile su chi sia più o meno europeista, più o meno fedele all’ortodossia delle radici comunitarie.
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Siamo intrappolati in un eterno riassunto di storia

Le parole di Giorgia Meloni sul manifesto scritto da Altiero Spinelli nel 1941 hanno scatenato reazioni indignate, come se avesse osato profanare un testo sacro. Eppure, basterebbe un minimo di onestà intellettuale per ammettere che l’Europa di oggi non è quella immaginata allora, e soprattutto non è quella che dovremmo costruire con le categorie di ottant’anni fa. Il punto non è se il Manifesto di Ventotene fosse o meno una grande intuizione (lo era), ma se ci serve ancora come bussola per navigare il mondo di oggi o se sia diventato un ancoraggio che ci impedisce di andare avanti.

L’Europa si decide sul domani, non sulle citazioni storiche

La domanda non è se Spinelli sarebbe d’accordo con l’attuale assetto dell’UE, ma se l’Unione Europea del 2025 è sufficientemente forte, competitiva e strategicamente autonoma per affrontare le sfide globali. Serve più integrazione o meno? Più poteri a Bruxelles o più spazio per gli Stati? Vogliamo un’Europa capace di contare davvero nel mondo o un’entità burocratica che esiste solo nei regolamenti? Queste sono le vere questioni, e dovrebbero essere affrontate con parametri economici, politici e strategici attuali, non con citazioni tratte da un documento scritto sotto il fascismo.

L’Italia deve smetterla di vivere con la testa voltata all’indietro, sempre intenta a decidere chi aveva ragione nel secolo scorso invece di chiedersi cosa fare nel prossimo decennio. Il passato è importante, ma se lo trasformiamo in un feticcio, finiamo per fare politica come se fosse un convegno di storici, mentre il mondo va avanti senza aspettarci.

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Ultimo Aggiornamento: 22/03/2025 14:30

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