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Russia-Ucraina, la rivelazione di D’Alema a Fini: “Io in missione per Zelensky”

Pubblicato: 27/03/2025 10:58

A volte la diplomazia percorre sentieri imprevedibili, soprattutto in momenti drammatici come una guerra. E cosa c’è di più inimmaginabile di una missione segreta affidata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema? Come ha rivelato La Repubblica, l’ammissione arriva dallo stesso D’Alema, che mercoledì sera, durante un dibattito con Gianfranco Fini su “La politica estera italiana al tempo di Trump”, organizzato a Roma dall’Istituto Affari Internazionali, ha raccontato il suo ruolo in un’inaspettata iniziativa diplomatica.

L’incarico segreto di Zelensky a D’Alema

D’Alema ha prima criticato l’Europa, accusandola di aver alimentato l’illusione di una sconfitta della Russia: “L’Europa non ha fatto altro che ripetere che si poteva sconfiggere la Russia, quando era chiaro a tutti che la guerra non poteva essere vinta da nessuno”.

Poi, la rivelazione: “Mi è capitato di parlare con Zelensky, a margine di un’iniziativa sui Balcani. E mi disse chiaramente che il suo Paese rischiava il disastro, perché ‘gli americani prima o poi si sfileranno e gli europei non sono affidabili’.”

A quel punto, il leader ucraino ha chiesto a D’Alema di sondare la posizione di Brasile e Cina su un possibile coinvolgimento diplomatico. “Mi chiese di andare in Brasile e a Pechino per capire se Lula e Xi Jinping potevano fare qualcosa. Io ci sono andato.”

Le risposte ricevute, però, sono state ben diverse. Il presidente brasiliano Lula ha mostrato scarso interesse, liquidando D’Alema con un secco: “L’Ucraina è un problema degli americani, se la vedano loro. Piuttosto, dovrebbe interessarsi della Palestina.”

La Cina, invece, aveva una prospettiva più strutturata. D’Alema ha parlato con il responsabile della politica estera del Partito Comunista, che ha suggerito l’idea di una forza internazionale per l’Ucraina, simile a quanto accaduto in Kosovo. Ma il dettaglio più interessante arriva alla fine dell’incontro: “Sa, lei è il primo europeo venuto a parlarci di questo. Gli altri ci chiedono solo di non sostenere la Russia.”

L’analisi di D’Alema sulla Cina e il conflitto in Ucraina

Secondo D’Alema, è sbagliato criminalizzare la Cina nel contesto della guerra in Ucraina. Ha ricordato infatti che prima dell’invasione russa, la Cina era il principale partner commerciale dell’Ucraina. Appena venti giorni prima dell’attacco, la Borsa cinese aveva acquisito quella di Kiev, segno che Pechino non era al corrente delle mosse di Putin. Una posizione che Romano Prodi ha già espresso in passato, e che rafforza l’idea che la Cina possa giocare un ruolo diplomatico più attivo nella risoluzione del conflitto.

Gianfranco Fini: “Trump affascinato da Putin, gli USA rischiano una ‘democratura’”

Il dibattito non si è fermato qui. Gianfranco Fini, incalzato dalle domande di Alessandra Sardoni, ha espresso un’opinione netta sulla deriva politica americana sotto la leadership di Donald Trump. “Trump è chiaramente affascinato dalla figura di Putin. In Russia si vota, ma chi vince non governa: comanda. Possiede esercito, servizi segreti, media e magistratura. Formalmente è una democrazia, ma in realtà è una ‘democratura’.”

Fini ha poi sottolineato un aspetto allarmante per gli equilibri occidentali: “Trump ha dimostrato la sua concezione della democrazia graziando i golpisti del 6 gennaio. Mi preoccupa che stia trascinando gli USA su un modello simile a quello russo.”

Un avvertimento rivolto anche alla destra italiana, che non dovrebbe limitarsi a gioire per le critiche repubblicane al politically correct e alla cultura woke, ma piuttosto riflettere sull’impatto di un possibile isolazionismo statunitense sull’Europa.

L’Europa tra difesa comune e autonomia strategica

Nonostante le divergenze sulla guerra in Ucraina, D’Alema e Fini concordano su un punto: l’Europa deve essere più unita e costruire una vera politica di difesa. L’ex premier ha criticato il progetto Readiness 2030, voluto da Ursula von der Leyen, che consente solo ai Paesi in grado di indebitarsi di investire nella difesa: “Lo chiamassero per quello che è: un piano per il riarmo tedesco. La difesa europea è altra cosa: consorzi industriali, produzioni comuni, comandi unificati.” Per Fini, l’unica soluzione è una maggiore integrazione europea: “Mai come oggi serve un’Unione Europea forte, che non si occupi solo di tappi di bottiglia, ma dei valori di libertà su cui è stata fondata.”

Difesa UE: divergenze su NATO e autonomia strategica

Dove invece i due si dividono è sul rapporto tra Europa e Stati Uniti. D’Alema sostiene che l’Europa debba rendersi autonoma nella difesa, citando De Gaulle: “Serve una difesa europea non separata, ma separabile dagli Stati Uniti.”

Fini è di tutt’altra opinione: “Spingere per un distacco UE-USA è autolesionistico. Tra due anni ci saranno le elezioni di mid-term, non è detto che il quadro politico americano non cambi di nuovo.”

Missione UE in Ucraina? Idee condivise da Roma

Infine, si è parlato della possibilità di una missione europea in Ucraina per garantire la sicurezza in caso di tregua. D’Alema ha suggerito due ipotesi:

  1. Una forza di interposizione sotto l’egida dell’ONU.
  2. Un’estensione all’Ucraina delle garanzie dell’articolo 5 della NATO con un accordo specifico.

A sorpresa, Fini ha riconosciuto che queste sono esattamente le proposte avanzate dal governo italiano, dimostrando come, in politica estera, le linee di confine tra i partiti italiani siano sempre più sfumate.

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