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Il consiglio di Fini a Meloni: “Trump è un’incognita, all’Europa serve un riarmo morale”

Pubblicato: 28/03/2025 19:38
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Gianfranco Fini, ex leader del Movimento Sociale Italiano e di Alleanza Nazionale, già ministro degli Esteri e presidente della Camera, ha espresso un’opinione netta sul ruolo dell’Europa nel conflitto in Ucraina: “Resistenza, resistenza, resistenza. Dobbiamo stare al fianco di Kiev fino alla fine”. L’ex vicepremier, in una lunga intervista all’HuffPost, ha analizzato il quadro internazionale, caratterizzato dall’aggressività diplomatica del presidente USA Trump, dalla strategia sempre più violenta di Vladimir Putin e da un’Unione Europea divisa sulla possibilità di inviare truppe in Ucraina. Fini ha riconosciuto la prudenza di Giorgia Meloni, ma l’ha anche avvertita sul rapporto con gli Stati Uniti: “Anche per lei arriverà il tempo della verità. È sicura che Trump ci consideri suoi alleati?”.

L’Europa e il sostegno all’Ucraina

Secondo Fini, il vertice di Parigi ha prodotto un risultato positivo: le sanzioni alla Russia sono state mantenute all’unanimità e c’è stata una convergenza sul fatto che l’Ucraina non possa essere abbandonata. Chi sperava di dividere l’Unione Europea su questo punto, ha sbagliato i calcoli.

L’ex ministro ha poi commentato la proposta di Francia e Regno Unito di inviare una forza militare di rassicurazione in Ucraina, sottolineando che le divisioni in merito erano prevedibili. Italia, Spagna e Polonia hanno manifestato perplessità più che legittime. Fini ha chiarito che la questione cruciale riguarda le zone di dispiegamento delle truppe, la tempistica dell’operazione e il numero di militari coinvolti. Questi non sono dettagli, ma il cuore del problema, e ogni decisione deve basarsi su una prospettiva di pace giusta.

Cosa significa una pace giusta?

Rispondendo a Giulio Ucciero su HuffPost, Fini ha evidenziato che Mosca e Kiev intendono il concetto di pace giusta in modo diametralmente opposto. Per l’Ucraina, una pace che comporti la perdita del 20% del proprio territorio sarebbe una resa, non una soluzione. Dall’altro lato, il Cremlino rifiuta qualsiasi ipotesi di sicurezza per Kiev e si oppone sia all’ingresso del Paese nella NATO che all’Unione Europea.

L’ex leader della destra italiana ha osservato che Trump sembra voler bypassare queste complessità, sostenendo che la posizione russa sia ragionevole. Se davvero l’ex presidente USA tornerà alla Casa Bianca con questa linea, tutti gli alleati occidentali dovranno prenderne atto, Italia compresa.

La posizione dell’Italia e l’ombrello dell’ONU

Fini condivide la prudenza della premier Meloni, che continua a ribadire che ogni missione di pace deve avvenire sotto l’egida delle Nazioni Unite. Tuttavia, ha avvertito che l’ONU difficilmente approverà una missione di peacekeeping in Ucraina: “Figuratevi se la Russia, che ha il diritto di veto, avallerebbe mai una proposta del genere. E la Cina? Non credo si comporterebbe diversamente”, ha risposto dalla domanda sul tema. Per questo, l’ex ministro degli Esteri ha ribadito che la linea da seguire è chiara: sostenere Kiev senza tentennamenti, fino a quando sarà necessario. Gli ucraini non vogliono diventare una nuova Bielorussia e hanno diritto a difendersi.

L’America di Trump e il futuro delle alleanze

Gianfranco Fini ha ricordato che Trump ha sempre messo l’America al primo posto, ispirandosi a una sorta di dottrina Monroe rivisitata. Non è un caso che ora il suo sguardo sia rivolto anche al Canada, ha aggiunto Fini.

Quando Meloni ha dichiarato al Financial Times di sentirsi più vicina a Trump che ad alcuni leader europei, Fini ha detto di comprenderne la ragione: chi ha una cultura politica conservatrice si riconosce nelle battaglie contro il politicamente corretto e la cancel culture. Tuttavia, ha messo in guardia da un’eccessiva fiducia in Trump: “Le destre devono essere coscienti che l’uguaglianza davanti alla legge è un diritto intoccabile. Fidarsi ciecamente di Trump è eccessivo”. A suo giudizio, la premier italiana sta cercando un difficile equilibrio tra Europa e Stati Uniti. Ma i segnali che arrivano da Washington – dai dazi commerciali alle dichiarazioni aggressive di J.D. Vance – fanno pensare che sia proprio l’America a voler dividere le due sponde dell’Atlantico.

Meloni e l’ora della verità

Dalle chat rivelate dall’Atlantic, in cui compaiono membri dell’amministrazione Trump, emerge un profondo disprezzo per gli europei, definiti parassiti e free-riders. Fini ha riconosciuto che i Paesi UE devono contribuire maggiormente ai costi della NATO, ma ha sottolineato che un conto è pretendere più investimenti in difesa, un altro è considerare l’Europa come un avversario.

Su questo punto, ha avvertito Meloni: “Per ora la sua posizione è obbligata, ma arriverà l’ora della verità”. Il momento della scelta arriverà quando sarà chiaro se la pace raggiunta sarà giusta o se l’Ucraina sarà stata sacrificata per accontentare Putin.

Salvini, Tajani e le tensioni nella maggioranza

Infine, Fini ha commentato le tensioni interne al governo, in particolare i dissapori tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani e Matteo Salvini. Secondo lui, le polemiche tra i due hanno motivazioni di carattere elettorale più che strategico, ma la posizione del governo si misurerà solo quando si tratterà di votare su questioni concrete in Parlamento.

Riguardo alla fascinazione di Salvini per Mosca, ha ricordato il celebre episodio della maglietta con il volto di Putin, sottolineando che la sua simpatia per il Cremlino è nota da tempo. Tuttavia, ha escluso che il leader della Lega possa arrivare a far cadere il governo se la linea di Meloni e Tajani dovesse scontrarsi con gli interessi russi.

L’Europa tra riarmo e sopravvivenza politica

Guardando al futuro dell’Unione Europea, Fini ha ribadito che l’UE non può più permettersi di essere un “nano politico” e un “verme militare”, citando Henry Kissinger. Per lui, il piano di riarmo proposto da Ursula von der Leyen è necessario, ma non deve essere inteso solo come una corsa agli armamenti, bensì come un investimento per garantire la sicurezza degli europei su più livelli, dalla cybersecurity all’economia globale.

Ha concluso con un monito: “All’Europa serve un riarmo morale. Deve riacquistare la consapevolezza di ciò che è stata, di ciò che è, ma soprattutto di ciò che può ancora diventare”.

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Ultimo Aggiornamento: 28/03/2025 19:49

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