
I banchi dei supermercati iniziano a riempirsi di succulente fragole e noi ne facciamo ricche scorpacciate. In tanti, però, non sanno cosa si cela dietro la produzione dei nostri frutti preferiti. L’allarme per ora è partito dalla California, dove è concentrata una delle più alte produzioni mondiali, qui, tra i rigogliosi campi di fragole, si cela una realtà drammatica: ogni giorno, migliaia di braccianti agricoli, in gran parte immigrati latinoamericani e indigeni, sono esposti a pesticidi altamente tossici. È quanto denuncia GreenMe: un pericolo che non riguarda solo loro, ma anche le comunità che vivono vicino ai campi e i bambini che frequentano scuole situate a pochi metri dalle aree trattate. La California è leader nella produzione di fragole negli Stati Uniti, con un’industria che genera miliardi di dollari all’anno. Tuttavia, questo successo economico si basa sull’impiego intensivo di pesticidi fumiganti come il 1,3-dicloropropene (1,3-D) e la cloropicrina, vietati in oltre 30 paesi, tra cui tutti quelli dell’Unione Europea, a causa della loro alta tossicità.
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Braccianti e pesticidi
Molti lavoratori agricoli, spesso privi di protezioni adeguate e informazioni sui rischi, sono esposti quotidianamente a queste sostanze chimiche. È il caso di Esperanza, bracciante indigena, che dopo anni nei campi ha scoperto di avere un tumore al seno, senza sapere che i pesticidi nel terreno potevano aumentare il rischio della malattia. Oltre 500 scuole californiane si trovano a meno di 800 metri da aree agricole dove vengono utilizzati pesticidi fumiganti. I bambini, molto più vulnerabili degli adulti, inalano una quantità maggiore di sostanze tossiche in relazione al peso corporeo, aumentando il rischio di asma, malformazioni, problemi neurologici e tumori infantili. Le autorità californiane dispongono da anni di dati sull’impiego di pesticidi e sui livelli di esposizione, ma le soglie di sicurezza stabilite sono giudicate insufficienti da molti esperti. In contee come Ventura e Monterey, l’uso del 1,3-D è cresciuto dell’80% dal 2018 al 2022, colpendo comunità già fragili, spesso composte da immigrati con scarso accesso all’assistenza sanitaria.

L’uso combinato di 1,3-D e cloropicrina: un mix letale
La cloropicrina, usata anche come arma chimica nella Prima Guerra Mondiale, è oggi impiegata nei campi californiani nonostante gli effetti irritanti estremi e la mancanza di studi completi sulla sua sicurezza. Quando combinata con il 1,3-D, il rischio per la salute aumenta esponenzialmente. Melissa Dennis, insegnante in una scuola vicina ai campi di fragole, racconta di aver visto numerosi casi di asma, difficoltà di apprendimento e perfino tumori infantili tra i suoi alunni. Tra il 2010 e il 2020, sono stati documentati quasi 375 casi di malattie legate ai pesticidi tra i lavoratori agricoli in California. Questa vicenda riflette una profonda ingiustizia: mentre il settore delle fragole gode di profitti elevati, le comunità che lo sostengono con il proprio lavoro vengono sacrificate. La salute pubblica viene subordinata al profitto, in un sistema che continua a ignorare le voci dei più vulnerabili. E l’allarme ora coinvolge anche l’Europa.