
Non si arresta la lunga scia di sangue che continua a segnare le strade italiane, trasformando le vie di comunicazione in tracciati di dolore e tragedia. Ogni giorno, tra curve pericolose, sorpassi azzardati e asfalti malmessi, centinaia di automobilisti si trovano esposti a rischi spesso fatali. In particolare, le strade extraurbane secondarie, come quelle che collegano i piccoli centri del Sud Italia, restano tra le più insidiose, complice l’illuminazione carente e l’assenza di barriere di protezione adeguate. La sicurezza stradale, nonostante i ripetuti appelli e le campagne di sensibilizzazione, resta una delle grandi emergenze del nostro Paese.

Nelle ore notturne, poi, il pericolo si amplifica. La visibilità ridotta, la stanchezza, la distrazione e talvolta l’alta velocità diventano fattori letali. In troppi casi a pagarne le conseguenze sono i più giovani, vittime inconsapevoli di un sistema viario che non riesce a tutelare abbastanza chi si mette al volante. Ogni curva può diventare una trappola e ogni rettilineo, una corsa verso l’ignoto. Le cronache locali e nazionali restituiscono quotidianamente il volto di un’Italia ferita: famiglie distrutte, comunità in lutto, vite spezzate troppo presto.
È accaduto anche questa volta, nel cuore della notte tra venerdì 18 e sabato 19 aprile, sulla Strada Statale 172, nel tratto che collega Casamassima e Turi, nel Barese. Un ragazzo di 23 anni ha perso la vita in un tragico incidente stradale. Secondo una prima ricostruzione, la sua auto — una Volkswagen — si sarebbe ribaltata per cause ancora da accertare, terminando la corsa fuori strada. Per lui non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti tempestivamente i vigili del fuoco, gli operatori del 118 e le Forze dell’Ordine, ma ogni tentativo di soccorso è risultato vano.
In attesa di ulteriori accertamenti da parte degli investigatori, resta il dolore per l’ennesima giovane vita spezzata. Le dinamiche dell’incidente, come spesso accade in questi casi, saranno affidate alle indagini e alle eventuali testimonianze. Ma la tragedia riapre con forza il dibattito sulla manutenzione delle strade, sulla segnaletica, sui controlli e sulle misure preventive che troppo spesso arrivano solo dopo l’irreparabile.

Nel silenzio che avvolge il luogo dell’incidente, resta solo il rumore delle sirene e il riflesso delle luci blu sul manto stradale. Un altro nome da ricordare, un’altra storia interrotta troppo presto, un altro appello — stavolta senza voce — perché si faccia qualcosa prima che la prossima notizia occupi lo stesso spazio di dolore.