
Una vibrazione lieve, quasi come un brivido lungo la schiena della notte. Nessun rumore, solo quel senso indefinibile che qualcosa è cambiato per un istante. Nelle case, qualcuno ha percepito uno scricchiolio, un lampadario oscillare appena, un cane che si alza improvvisamente. È durato poco, ma quanto basta per risvegliare un’antica inquietudine: quella di chi vive in un angolo di mondo in cui la terra non dorme mai davvero.
Aprile sta diventando un mese di scosse, più o meno intense, che si susseguono con regolarità. Come se qualcosa, nel profondo del mare, stesse provando a farsi sentire. Un richiamo, un avvertimento o forse solo il normale respiro di un territorio che da secoli convive con l’imprevedibile.

Cosa è successo? Una scossa di terremoto è stata registrata nella serata di martedì 22 aprile nel Mar Ionio meridionale, al largo della costa sud-orientale della Sicilia.
Quanto è stata forte? La magnitudo rilevata è stata di 2.8, con una profondità di 33 chilometri.
Dove precisamente? L’epicentro è stato localizzato in mare, lontano dai centri abitati, ma all’interno di un’area ad alta sismicità.
Chi è coinvolto? Nessun danno, nessun ferito: le autorità non segnalano conseguenze per la popolazione, ma il fenomeno si inserisce in una sequenza sismica che ha già visto altri eventi nel corso del mese.
Perché è importante? La zona è nota per la sua instabilità geologica e storicamente teatro di forti terremoti. Ogni scossa, anche se lieve, riaccende l’attenzione e il monitoraggio resta costante. L’aprile sismico della Sicilia non accenna a concludersi.