
Polemiche infuocate e uno scontro politico che non accenna a placarsi: ad Asti, la nomina della nuova garante comunale dei detenuti ha sollevato un polverone destinato a durare a lungo. Stefania Sterpetti, dirigente medica dell’Asl, è stata ufficializzata nel ruolo durante il Consiglio comunale del 22 aprile, ma sono bastate poche ore perché esplodesse la polemica politica.
A innescare la miccia, una serie di post pubblicati sui canali social della Sterpetti, oggetto di una nota durissima da parte dei consiglieri Vittoria Briccarello (UnitiSiPuò) e Michele Miravalle (Pd). Al centro del contendere, le accuse di razzismo, di incitazione alla violenza e di gravi espressioni ingiuriose contro politici a lei non graditi.
“Toglieteli di mezzo”: parole che scuotono la città
Nel comunicato congiunto, i consiglieri denunciano il contenuto di alcune “copiose esternazioni pubbliche” della Sterpetti, definendole incompatibili con l’incarico. Tra le frasi più gravi: “Visto che non c’è la pena di morte, si tolgano di mezzo da soli”: una fase pesantissima riferita a un detenuto che aveva scelto di fare uno sciopero della fame in segno di protesta per le condizioni carcerarie.

Ma in questa galleria non mancano nemmeno pesanti insulti ai politici, definiti con termini come “mongolino” e “demente”, a testimonianza – secondo i suoi accusatori – di un linguaggio “aggressivo, volgare e discriminatorio” che stride con il ruolo di garante dei diritti.
Migranti, Mussolini e fake news: un profilo inquietante
Ma c’è di più. In alcuni post, la Sterpetti definisce i migranti “ciarpame”, dichiarando senza mezzi termini di preferire essere “considerata razzista”. Accuse che si aggravano alla luce della condivisione sistematica di contenuti falsi e di matrice razzista.
Dulcis in fundo, c’è anche un inquietante post inneggiante a Benito Mussolini, accompagnato dal commento: “Non pensate sia giunto il momento di fare qualcosa?”. Inevitabili, a questo punto, le proteste. Vedremo se la nomina della Sterpetti sarà ritirata, come a molti sembrerebbe opportuno. Intanto le polemiche infuriano.