
La leadership ucraina ha risposto alla proposta della Casa Bianca per la fine del conflitto elaborando una controfferta che, pur introducendo elementi difficili da accettare per Mosca, segna un cambiamento importante nella strategia diplomatica di Kiev.
Nel documento ottenuto dal New York Times, l’Ucraina non solo rifiuta limitazioni sul proprio esercito, ma chiede la presenza di un “contingente di sicurezza europeo” sostenuto dagli Stati Uniti e l’uso dei beni russi congelati per la ricostruzione. Tre condizioni che potrebbero sembrare provocatorie agli occhi del Cremlino, ma che vanno lette nel quadro più ampio della proposta.
Nessuna menzione a Nato e territori: segnali di svolta
Elementi simbolici forti come la riconquista totale dei territori occupati e l’ingresso immediato dell’Ucraina nella Nato non vengono citati nella controfferta. Un’assenza che, di fatto, apre uno spazio negoziale concreto rispetto alle posizioni più rigide mantenute da Volodymyr Zelensky negli ultimi due anni.
In questo scenario, l’intervento di Donald Trump acquista un peso ancora maggiore. Appena arrivato a Roma per i funerali del Papa, il presidente americano ha dichiarato su Truth Social che Russia e Ucraina “sono molto vicine a un accordo” e che “la maggior parte dei punti principali è stata concordata”.
Diplomazia in movimento
Il ruolo dell’inviato personale di Trump, Steve Witkoff, che ha incontrato a Mosca il presidente Vladimir Putin, conferma un’accelerazione delle trattative su un canale parallelo a quello ufficiale. La posta in gioco è alta: fermare il conflitto, dare una prova di leadership globale e definire un nuovo equilibrio di sicurezza in Europa.
Se il negoziato troverà una sintesi, molto dipenderà dalla capacità delle parti di trasformare le aperture in accordi concreti, senza perdere di vista il prezzo umano e politico già pagato in questi anni di guerra.